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Nell'anno centenario della fine della Grande Guerra questo libro intende contribuire a mantenere la memoria e la coscienza dell'importanza centrale, nella storia della civilizzazione non solo europea, di quell'evento. Tenta di farlo calandosi nei pensieri, nelle convinzioni, nei dubbi come nelle certezze di diverse personalità che vissero quel tragico conflitto, rimanendone in tanti casi vittima e olocausto. Due giovani personalità romagnole spiccano per ricchezza di scritti, corrispondenze e memorie: Fulcieri Paulucci di Calboli, con documenti inediti tratti dall'Archivio familiare conservato in Forlì, ed Eligio Cacciaguerra, con la rivista, politica e culturale "L'Azione", da lui diretta, pubblicata a Cesena ed esprimente la posizione dei cattolici interventisti. Il Novecento, al contrario delle apettative, si rivelava, con la Grande Guerra e con la gestione unilaterale dei Trattati di Pace, come matrice di nuove contraddizioni, ingiuste politicamente e oppressive economicamente, causa prossima di altri futuri conflitti e tragedie. In ciò tradendo anche gl'ideali dei caduti: di quei martiri che avevano sperato e sognato, da una parte e dall'altra, dovesse essere quella l'ultima.